Non tutti gli NPL sono uguali!

Non tutti gli NPL sono uguali!

Così l’ad di Prelios Credit Servicing ha affermato durante il suo intervento al convegno di Banca Ifis.
“Il prezzo dipende dal sottostante: se non conosci il sottostante, non sai se puoi venderlo bene. E l’agenzia di rating dove non ha informazioni taglia

Anche nel mondo secured abbiamo fatto trade dal 5% all’85% del prezzo”

E’ da queste affermazioni che vogliamo fare delle riflessioni insieme!

A differenza di quello che si pensa, gli NPL Secured, garantiti da garanzia reale, sono un investimento molto sicuro, poiché il credito è garantito da un valore vero e tangibile: l’immobile!

Negli ultimi mesi i players di settore mostrano sempre più interesse per i crediti Secured che in questi anni non sono stati praticamente ceduti, la maggior parte dei crediti deteriorati che si vendono nel mercato sono rappresentati da crediti al consumo.

Dalle analisi di Banca d’Italia nel nostro paese l’incidenza media dei crediti assistiti da garanzia reale o personale sul totale delle esposizioni deteriorate è del 67% e se si considerano i soli mutui residenziali erogati alle famiglie, l’importo assistito da garanzie di tipo reale è ben del 94% . (Fonte Banca d’Italia: Quanto valgono i crediti deteriorati)

Purtroppo il motivo principale per il quale Npl Secured non sono stati ceduti è la difficoltà a fare due diligence per la mancanza di dati sulle garanzie. Le banche ad oggi non effettua una gestione corretta degli immobili a garanzia, occorre una migliore qualità della documentazione per una segmentazione del portafogli.
Ed ecco che occorre sostenere le banche nella riorganizzazione dei loro portafogli di Npl prima che questi vengano proposti per la vendita, tutto questo permetterà, non solo di ridurre il gap tra “prezzo di acquisto” e “prezzo di vendita” ma consentirà anche di facilitare la ripresa del mercato immobiliare.

Ormai ogni giorno leggiamo nuovi annunci di banche che preparano la cessione di nuovi pacchetti di crediti deteriorati spinte dalla necessità di cedere le sofferenze per pulire i bilanci e non rischiare il collasso. La lista si allunga sempre più, pure il mondo del credito cooperativo inizia le operazioni di cessione.

Così si stanno facendo strada nuove professioni come gli asset manager dei crediti deteriorati, i quali attraverso l’analisi delle posizioni in gestione scelgono le strategie di recupero e quindi la valorizzazione dei crediti affidati da banche e investitori.

Inoltre stanno partendo nuove gare di appalto di banche pronte a cedere gli NPL tramite le garanzie statali, le Gacs (lo Stato garantisce una o più tranches di senior bond della cartolarizzazione con un rating a livello d’investimento, ricevendo in cambio il pagamento di una commissione periodica versata al Tesoro e calcolata come percentuale sull’ammontare garantito). Dovranno quindi  essere scelti i servicer che si occuperanno della gestione delle sofferenze future, elemento fondamentale nella struttura dell’operazione poiché le agenzie di rating assegnano un voto in base alla valutazione delle curve di recupero dei crediti.
Ed ecco che la collaborazione e le partnership con gli Info provider e le società di Informazioni Commerciali si rende fondamentale per condividere competenze, esperienza e nuovi strumenti informativi con i quali poter profilare il debitore con i suoi assets reddituali e patrimoniali.

Supermercato dei Crediti, il 23 giugno vi aspettiamo!

Supermercato dei Crediti, il 23 giugno Vi aspettiamo!

StopSecret ci offre l’opportunità il 23 giugno di incontrarci e confrontarci sulle numerose novità di mercato, normative che cambiano che vedono protagonisti gli operatori del settore Recupero Crediti e Informazioni Commerciali.
Discuteremo sulle strategie vincenti per la valutazione, l’acquisto e la gestione dei crediti deteriorati.
“Fare la spesa” nel Supermercato del credito in Italia è un’operazione complessa e difficile, sopratutto per le leggi che cambiano e per le novità che arrivano dall’Europa.
Analizziamo i numeri!
Sono 200 mld le sofferenze bancarie che attendono in Italia un compratore e i portafogli di crediti deteriorati in Italia a febbraio 2016, sono costituite per il 44% da famiglie e quindi da privati.
È questo è il vero il punto critico del mondo bancario e finanziario, poiché forse preoccupati della Privacy “investono” poco nella profilazione e gestione dei crediti delle persone fisiche arrivando così a questi risultati:
portafoglio_crediti
Ed ecco che gli Info Provider e le società di Informazioni Commerciali sono fondamentali nella filiera del credito per profilare i debitore e conoscere gli assets reddituali, patrimoniali.
Di questo e molto gli esperti tratteranno nell’evento di StopSecret!

Come la factory del recupero crediti può lavorare con la PA?

Oggi le aziende di recupero crediti hanno una grande opportunità da cogliere perchè la Pubblica Amministrazione deve porre sempre maggior attenzione agli incassi.

Come la factory del recupero crediti può lavorare con la PA?

Prima di rispondere a questo quesito occorre sapere che a partire dal 2016 i problemi di cassa dei Comuni si aggraveranno sempre più, poiché dal 1 gennaio è entrata in vigore, per tutti i comuni italiani, la “nuova contabilità” che impedisce di spendere soldi non incassati. Con questa riforma il Comune deve costituire un Fondo per i crediti di dubbia esigibilità  e accantonare quindi le somme a copertura delle somme che non si prevedono di incassare. L’impegno di accantonamento nei prossimi 4 anni è progressivo, va dal 36% fino all’85% del valore dei crediti di dubbia esigibilità.

Ed ecco che le aziende di recupero entrano in gioco per migliorare i tempi di incasso e le percentuali…il ruolo chiave che le aziende possono avere è quello di essere consulenti del credito, offrendo un servizio qualificato di customer care per la PA, facilitando il dialogo verso il cittadino.

Questo è quanto emerso durante il convegno di StopSecret, dove è stato sottolineato come le società di recupero credito, avendo competenze di negoziazione e soprattutto tecnologichepossono affiancare la PA nello svolgere in modo efficace questa delicata attività dove l’attuale sistema di riscossione direi ha fallito!

È stato sottolineato come attraverso il vecchio sistema del ruolo volontario e coattivo, non sono stati raggiunti risultati soddisfacenti sia in termini di tempi di recupero sia nelle percentuali di incasso, in particolare nel coattivo valori del recuperato sono irrisori.

Molto interessanti si sono rivelate le esperienze pratiche di due comuni: Bologna e Torre Annunziata, ascoltate direttamente dalla voce dei rispettivi Dirigenti che ormai da anni affidano la riscossione delle entrate dei tributi alle agenzie di recupero crediti attraverso gare di appalto.

Questi comuni con le nuove collaborazioni hanno raggiunto dei risultati di tutto rispetto ed hanno portato, oltre a numeri importanti di recupero dell’evasione, dei vantaggi all’amministrazione certo da non sottovalutare:

  • relazione negoziale con cittadino
  • giustizia civile
  • accelerazione degli incassi nell’economia dei comuni

È fondamentale inserire l’attività di recupero stragiudiziale dopo la fase di accertamento, questa attività prodromica e un azione preventiva permetterebbe di gestire in modo efficiente i crediti della PA, si calcoli che circa il 90% hanno importi sotto a 1000 euro.

Processo di Recupero Crediti dei Tributi

Fonte: Matteo Frigerio (KPMG Advisory )

Le aziende devono offrirsi come “consulenti del credito” mettendo in evidenza le loro capacità di:
– gestione di banche dati e bonifica, fondamentale per l’identità del dato
– negoziazione, per un rapporto con il cittadino improntato sul dialogo

Questo nuovo rapporto tra pubblico e privato consente alla PA di superare le difficoltà ataviche dei Comuni che si sintetizzano in:
– impossibilità ad assumere personale,
– disponibilità di molti strumenti (come anagrafe dei conti correnti) ma che non possono usare in modo massivo

L’associazione Unirec, con il suo portavoce Dott. Pasini ha illustrato come stanno lavorando su questo tema, non certo di semplice soluzione ma che ha già visto nel 2015 due emendamenti e a breve un disegno di Legge che consenta alla Pubblica Amministrazione l’accelerazione dei tempi e delle somme nella fase di riscossione.

Auspica anche un acculturamento da parte del mondo recupero verso i dipendenti comunali per poter parlare lo stesso linguaggio e soprattutto valorizzare le competenze di negoziazione e tecnologiche che caratterizzano l’attività di recupero stragiudiziale.

Le aziende di recupero possono aiutare l’ente a definire i processi e modalità diverse per chi “non può pagare e “chi non vuole pagare”!

Processi informativi personalizzati - WorkArea Provider

Processi informativi personalizzati – WorkArea Provider

AIM Credit Solutions all’evento “Pubblica Amministrazione: Debiti & Crediti”

Il 18 febbraio 2016 noi di AIM Credit Solutions siamo protagonisti in qualità di sponsor all’evento di StopSecret Magazine sul tema “Pubblica Amministrazione: Debiti & Crediti” dove si parlerà di PA dalla gestione dei debiti da pagare al recupero dei crediti da incassare, scopriremo insieme quali aziende-partner gli enti cercano per migliorare le performance.

Le aziende di recupero crediti, anche se non iscritte all’Albo, possono proporsi agli Enti Pubblici come outsourcer specializzati per rendere più efficace l’attività di recupero stragiudiziale dei tributi.
Solo le aziende di recupero titolari di licenza ex art.115 del TULPS possono offrire la loro attività di consulenza ed esecutiva per il recupero crediti stragiudiziale garantendo una maggiore efficacia, efficienza e flessibilità di gestione.

Alle società di recupero crediti oggi, sempre più, viene chiesto di offrire modelli e soluzioni innovative di gestione del credito che possano garantire:

  •  una gestione industrializzata in outsourcing
  • strategie miste, flessibili e diversificate in funzione delle caratteristiche del credito
  • un outsourcing modulare

Di questo e molto altro ne parliamo insieme: grazie alla nostra soluzione software WorkArea Provider  le società di informazioni commerciali, di recupero crediti o servicer che svolgono attività di credit collection per conto terzi possono offrire un modello di gestione più evoluto con una ingegnerizzazione elevata e una capacità di lavorazione massiva del portafoglio nel rispetto degli standard qualitativi imposti dal settore.

Programma

debiti e crediti_T

 

AIM al Credit Village Day

Il 2 dicembre scorso abbiamo partecipato all’importante evento Credit Village Day, non potevamo mancare!
Veramente interessante è stata l’analisi sull’incidenza del recupero crediti sull’economia e sul sistema Italia: il Fondo Monetario Internazionale nelle sue statistiche parla di crediti deteriorati di carattere bancario che superano quelli attivi del 18%. A questo dobbiamo sommare i volumi dei crediti di carattere non bancario dei quali però non abbiamo dati certi…possiamo concludere che il vero impatto sul PIL non è quantificabile!

Ormai gli economisti per la crescita di un paese parlano di capitale sociale e non più di capitale umano, ossia la vera ricchezza sono le relazioni e la fiducia reciproca..da questa misurazione l’Italia risulta la Cenerentola d’Europa.

Per migliorare questa situazione occorre investire in “tutto ciò che lubrifica il rapporto tra le parti” e qui il Recupero Crediti è, senza dubbio, un’attività di supporto importante alla ripresa economica.

Si è parlato quindi della corretta gestione delle tutela del credito con l’attività svolta da UNIREC con le più rappresentative associazioni dei Consumatori, nella definizione di norme di auto-regolamentazione previste nell’attuale versione delle Buone Prassi con l’obiettivo di regolare il rapporto e le modalità tra società di recupero e debitori.
È emerso come è urgente lavorare da subito alla “versione 3.0” dove poter coinvolgere anche le Mandanti per una auto-regolamentazione completa che coniughi le esigenze del Consumatore con quelle delle aziende committenti che chiedono sempre più peformance e meno reclami.

Occorre definire processi e modalità di recupero diverse per chi “non può pagare” e “chi non vuole pagare”!
È questo che le mandanti chiedono per scongiurare reclami ed eventuali danni reputazionali.
Per le committenti il cliente è un Asset aziendale e quindi è fondamentale non danneggiare irrimediabilmente il rapporto..anche se concordano sulla necessità di bloccare il “debitore-turista viaggiante” fenomeno molto diffuso nel settore delle Utilities.

Infine alle società di recupero viene richiesto maggiori competenze nella negoziazione… veramente interessante l’intervento pomeridiano di Leonardo D’Urso sulla negoziazione persuasiva.

E quindi dobbiamo lavorare su industrializzazione dei processi di recupero, compliance e negoziazione

Giornata veramente ricca di contenuti e ben organizzata…grazie Credit Village!

Focus su Acquisto Crediti per le agenzie di recupero

Interessante evento organizzato da Stop Secret lo scorso 8 luglio a Roma dove abbiamo partecipato come uditori nel quale un variegato panel di relatori si sono avvicendati sul palco per analizzare e confrontarsi sulle opportunità che si aprono con il D.M. 2 aprile 2015.

Vogliamo condividere con voi i punti emersi e sui quali, a nostro avviso, la discussione si è fatta più interessante.

L’opinione condivisa da tutti i relatori è che questa modifica normativa offre al settore una nuova opportunità di business anche se le società di recupero devono sviluppare nuove competenze necessarie sia nella fase di acquisizione dei portafogli sia nella successiva loro gestione poiché i portafogli potranno essere misti (la tipologia dei crediti sarà variegata).

Questa nuova attività inoltre, può garantire alle imprese un carico di lavoro continuativo e senza gli attuali tempi di gestione ristretti dettati dalle mandanti.

L’interrogativo emerso in più momenti della giornata è stato: “si formerà un mercato di seconda fascia?” ossia i grandi players come Banca Ifis, continueranno a fare i grandi acquisti, lavoreranno le pratiche e poi parcellizzeranno i portafogli e rivenderanno alle società di recupero.
Probabilmente le società di recupero faranno gruppi di acquisto per maggiore potere e bypassare i vincoli patrimoniali previsti dalla norma.
Ad avvalorare questo basta leggere l’ultima operazione fatta da Banca Ifis, l’acquisto del portafoglio revolving del valore nominale di circa 400 milioni di euro di Npl di Findomestic Banca in una gara dove hanno partecipato oltre 15 player nazionali ed internazionali tra banche, fondi di investimento e asset management company.

Vista l’esperienza delle aziende di recupero crediti nella gestione delle pratiche, anche l’attività di Due Diligence nei confronti dei soggetti che hanno dei portafogli da cedere potrà essere svolta direttamente, senza ricorrere a consulenti, solo se investiranno nella ingegnerizzazione dei processi e con l’istituzione, probabilmente, anche del Quality Manager….le “115” non devono diventare la discarica degli Npl! …alcuni relatori hanno evidenziato questo pericolo.

Per valorizzare il portafoglio crediti è necessario svolgere quindi una accurata Due Diligence o Financial Investigation, come la chiamano gli anglosassoni, e i focal points sui quali più relatori si sono soffermati sono:

1. Rapidità e personalizzazione del processo/workflow

2. Innovazione ed integrazione di sistemi

3. Economicità e costi sostenibili

Punti chiave a noi AIM molto vicini, la tecnologia rappresenta un valido supporto per intraprendere e cavalcare questa nuova opportunità di business che si presenta alle società di recupero crediti.
Occorre una soluzione software che consenta all’azienda di coniugare la lavorazione massiva con l’unicità della singola pratica.

Recupero Crediti: outsourcer per gli Enti

Le aziende di recupero crediti, anche se non iscritte all’Albo, possono proporsi agli Enti Pubblici come outsourcer specializzati per rendere più efficace l’attività di recupero stragiudiziale dei tributi.
Questo è ciò che Marco Pasini, Presidente Unirec, tratta nell’articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore dove viene proposto alla Pubblica Amministrazione una collaborazione più stretta con le società iscritte all’associazione con un “modello innovativo” di gestione del credito.

Le imprese a tutela del credito possono essere di supporto nella fase stragiudiziale con le loro competenze e, come viene sottolineato nell’articolo, sono legittimate “nel tentativo di recupero in via stragiudiziale delle somme dovute all’ente” anche se non iscritte all’Albo poichè l’obbligo di iscrizione (vedi Dlgs 446/1997 art.53) è previsto SOLO per le aziende che svolgono l’attività di “riscossione delle entrate per conto della PA”.

NB: le aziende di recupero sono autorizzate ex art.115 del TULPS ad un’attività di supporto, consulenziale ed esecutiva nell’attività di recupero crediti stragiudiziale.

Riprendiamo questo articolo per porre all’attenzione su alcuni punti di criticità dell’attuale modello di recupero crediti negli Enti Locali dai quali poter fare insieme delle riflessioni:

a) assenza di processi e modelli consolidati e diffusi
b) assenza di unità organizzative (risorse dedicate e specializzate)
c) tempi mediamente lunghi di gestione del recupero
d) performance contenute

Alla luce di queste osservazioni, concordiamo con UNIREC che le aziende di recupero, oltre alle competenze devono poter proporre al sistema un modello di gestione più “evoluto”.

A nostro avviso la soluzione ottimale che possa garantire all’azienda efficacia ed efficienza deve permettere:

1) una gestione industrializzata in outsourcing
2) strategie miste, flessibili e diversificate in funzione delle caratteristiche del credito
3) un outsourcing modulare

Quindi alle società di recupero crediti oggi, sempre più, viene chiesto di offrire soluzioni innovative!
Voi che ne pensate?