Come la factory del recupero crediti può lavorare con la PA?
Oggi le aziende di recupero crediti hanno una grande opportunità da cogliere perchè la Pubblica Amministrazione deve porre sempre maggior attenzione agli incassi.
Come la factory del recupero crediti può lavorare con la PA?
Prima di rispondere a questo quesito occorre sapere che a partire dal 2016 i problemi di cassa dei Comuni si aggraveranno sempre più, poiché dal 1 gennaio è entrata in vigore, per tutti i comuni italiani, la “nuova contabilità” che impedisce di spendere soldi non incassati. Con questa riforma il Comune deve costituire un Fondo per i crediti di dubbia esigibilità e accantonare quindi le somme a copertura delle somme che non si prevedono di incassare. L’impegno di accantonamento nei prossimi 4 anni è progressivo, va dal 36% fino all’85% del valore dei crediti di dubbia esigibilità.
Ed ecco che le aziende di recupero entrano in gioco per migliorare i tempi di incasso e le percentuali…il ruolo chiave che le aziende possono avere è quello di essere consulenti del credito, offrendo un servizio qualificato di customer care per la PA, facilitando il dialogo verso il cittadino.
Questo è quanto emerso durante il convegno di StopSecret, dove è stato sottolineato come le società di recupero credito, avendo competenze di negoziazione e soprattutto tecnologichepossono affiancare la PA nello svolgere in modo efficace questa delicata attività dove l’attuale sistema di riscossione direi ha fallito!
È stato sottolineato come attraverso il vecchio sistema del ruolo volontario e coattivo, non sono stati raggiunti risultati soddisfacenti sia in termini di tempi di recupero sia nelle percentuali di incasso, in particolare nel coattivo valori del recuperato sono irrisori.
Molto interessanti si sono rivelate le esperienze pratiche di due comuni: Bologna e Torre Annunziata, ascoltate direttamente dalla voce dei rispettivi Dirigenti che ormai da anni affidano la riscossione delle entrate dei tributi alle agenzie di recupero crediti attraverso gare di appalto.
Questi comuni con le nuove collaborazioni hanno raggiunto dei risultati di tutto rispetto ed hanno portato, oltre a numeri importanti di recupero dell’evasione, dei vantaggi all’amministrazione certo da non sottovalutare:
- relazione negoziale con cittadino
- giustizia civile
- accelerazione degli incassi nell’economia dei comuni
È fondamentale inserire l’attività di recupero stragiudiziale dopo la fase di accertamento, questa attività prodromica e un azione preventiva permetterebbe di gestire in modo efficiente i crediti della PA, si calcoli che circa il 90% hanno importi sotto a 1000 euro.
Le aziende devono offrirsi come “consulenti del credito” mettendo in evidenza le loro capacità di:
– gestione di banche dati e bonifica, fondamentale per l’identità del dato
– negoziazione, per un rapporto con il cittadino improntato sul dialogo
Questo nuovo rapporto tra pubblico e privato consente alla PA di superare le difficoltà ataviche dei Comuni che si sintetizzano in:
– impossibilità ad assumere personale,
– disponibilità di molti strumenti (come anagrafe dei conti correnti) ma che non possono usare in modo massivo
L’associazione Unirec, con il suo portavoce Dott. Pasini ha illustrato come stanno lavorando su questo tema, non certo di semplice soluzione ma che ha già visto nel 2015 due emendamenti e a breve un disegno di Legge che consenta alla Pubblica Amministrazione l’accelerazione dei tempi e delle somme nella fase di riscossione.
Auspica anche un acculturamento da parte del mondo recupero verso i dipendenti comunali per poter parlare lo stesso linguaggio e soprattutto valorizzare le competenze di negoziazione e tecnologiche che caratterizzano l’attività di recupero stragiudiziale.
Le aziende di recupero possono aiutare l’ente a definire i processi e modalità diverse per chi “non può pagare e “chi non vuole pagare”!