L’industria del recupero 4.0 vede l’arrivo degli Npl

Dobbiamo iniziare a parlare di industria 4.0 anche nel recupero crediti alla luce dei numeri e delle performance del settore presentati in occasione del VII Rapporto Annuale Unirec. I dati illustrati ci spingono a fare delle riflessioni su come questo settore deve cambiare, deve evolvere perché temiamo “brutte” sorprese per il prossimo anno!

Partiamo da analizzare i volumi dell’affidato e le performance elaborate dal Centro Studi UNIREC grazie ai dati messi a disposizione dalle imprese associate.

Recupero Crediti

Come possiamo vedere le pratiche affidate sono diminuite ma gli importi di queste hanno avuto un incremento, è questo un primo segnale della presenza di NPL nelle pratiche affidate, un elemento che come è stato evidenziato in più occasioni ed ha determinato nuove situazioni da mettere all’attenzione degli imprenditori del settore.

Se scendiamo più nel dettaglio della composizione dei portafogli lavorati si vede che il 48% pratiche sono affidate da Banche e Finanziarie e rappresentano il 94% per l’ammontare degli importi…ecco ancora segnali dell’arrivo degli Npl!

Recupero Crediti Portafogli

 

E in merito alle performance?
Si fa più fatica a recuperare i crediti forse per la minore qualità delle pratiche affidate o semplicemente perché sta aumentando la quota degli Npl nelle pratiche affidate?

Recupero Crediti Performance

Nel Rapporto Unirec, per la prima volta, quest’anno sono stati scorporati i dati sugli NPLs, che incidono per il 38% sul valore totale dei crediti affidati.

ATTENZIONE – guardate le performance degli NPL come sono molto basse: il rapporto affidato/recuperato è solo del 2,3%.

Tutto questo evidenzia che gli NPL sono un prodotto più complesso che richiede una gestione diversa, occorre prevedere attività collaterali e il costo della gestione pratica è maggiore. Nel 2017, non dimentichiamoci, che il valore degli Npl nei portafogli affidati sarà inevitabilmente in aumento, si stima un incremento del 15%.

Altro elemento chiave emerso dalla presentazione sul quale desideriamo portare l’attenzione delle aziende del settore è la riduzione drastica dell’utile totale del 35%, siamo passati dal 21,9 al 14,1, malgrado un leggero aumento dei ricavi e delle provvigioni.

Ed ecco che le riflessioni ci son d’obbligo: occorre intervenire perché il sistema “azienda-recupero” non rischi il “collasso”…“se fai sempre le stesse cose otterrai sempre gli stessi risultati “ diceva un certo Albert Einstein

Non è più sufficiente reperire persone competenti da inserire nel team ma occorre migliorare i processi inserendo la tecnologia!…queste le considerazioni che sono state fatte dal relatore e che noi condividiamo a pieno 😉

Tutto questo è ancora più stringente se pensiamo che anche le linee guida BCE rivolte alle banche avranno un impatto nella selezione delle aziende di recupero, insomma il sistema bancario è chiamato ad applicare le migliori strategie di recupero interno e in outsourcing.
La scelta delle società di recupero da parte delle mandanti si baserà sempre più sulla robustezza del sistema informativo e con una gestione in ottica di impresa.

Sicuramente con l’arrivo sempre maggiore degli NPL occorre industrializzare il processo di valutazione e di gestione, occorre evolversi, come hanno affermato  Francesco Barelli Terrizzi di MBCredit Solutions e  Gianluigi Benetti di Pwc. Inoltre, la base informativa è fondamentale per fare strategia, i dati devono essere gestiti in modo efficiente ed efficacie per creare economie di scala e quindi per ridurre i costi e aumentare marginalità.

Il panel dei relatori hanno concordato all’unanimità che occorre rivedere i processi per le pratiche Npl dove sono fondamentali i dati e le persone per un’analisi attenta e soprattutto queste pratiche non possono passare subito all’esazione.

Perchè un azienda di recupero possa essere interessante agli occhi della mandante e, perché no, anche ai fondi esteri che cercano specializzazioni come abbiamo visto dalle ultime acquisizioni sul mercato, più relatori hanno suggerito di puntare su:

  • capitale umano

  • capitale tecnologico

Ed ecco che possiamo introdurre anche nel nostro settore il concetto di Industry 4.0, non perché è un termine di moda ma perché si sposa molto bene alle esigenze di questo particolare momento storico:

Industry 4.0 indica una tendenza dell’automazione industriale che integra alcune nuove tecnologie produttive per migliorare le condizioni di lavoro e aumentare la produttività e la qualità produttiva degli impianti…tutte le strutture che permettono, in modo collaborativo, di integrare le aziende (fornitore – cliente) tra loro e con le strutture esterne

Fonte: Wikipedia

L’innovazione funziona solo se ci permette di ri-pensare i processi e di trasformare radicalmente la nostra organizzazione per essere più competitivi.

Siamo a vostra disposizione per un confronto sul livello di innovazione della vostra azienda!

Per trasformare i propri processi e monitorarli: WorkArea Provider

Vogliamo concludere con l’affermazione fatta da Andrea Clamer, Responsabile Area NPL BANCA IFIS che ha dichiarato: “Banca Ifis è una realtà in continua evoluzione e con investimenti importanti indirizzati alla tecnologia e alla digitalizzazione dei processi anche nell’Area NPL. Tra queste innovazioni, a livello di settore, mi piacerebbe vedere l’applicazione degli Analytics negli Npl“.

In sintesi, serve quindi una più profonda comprensione delle informazioni per fare previsioni utili allo sviluppo futuro ed evoluzione della situazione.

Stay tuned!

Avvocati e shopping da outlet: tutte le polemiche

In internet si trova un outlet degli Avvocati che permette di fare shopping e ottenere sconti esorbitanti sulle tariffe medie applicate dal settore.

E’ nata a Brescia la piattaforma web Outletlegale, che procaccia legali al miglior prezzo, tramite il sito internet.

I promotori si offrono di cercare e suggerire al cittadino gli avvocati che offrono il servizio legale scelto, quali recupero crediti con decreto ingiuntivo, la stesura di una querela, lo sfratto di inquilini morosi e anche pareri legali, attraverso delle tabelle comparative.

Dichiarano di mettersi in contatto con gli studi professionali per conto del cliente e chiedono loro se sono disponibili alle tariffe prefissate senza fare convenzioni con studi legali ma solo con il cliente.

Al cliente è richiesto un doppio pagamento: il primo relativo alla comparazione per rintracciare il legale e il secondo rappresenta l’onorario del professionista.

Il sito internet oggi è sotto processo disciplinare:

“Stiamo valutando quali misure prendere a nostra tutela nei confronti di questa iniziativa”

Ordine degli avvocati di Brescia

Può il professionista “sponsorizzarsi” attraverso queste piattaforme?

Ed ecco che sono numerose le polemiche come la mancata valorizzazione della figura visto che il criterio di scelta del professionista non è basato sulla competenza ma esclusivamente sul costo del servizio!

Esiste inoltre un limite deontologico tale da fare divieto al professionista di pubblicizzarsi:

«L’articolo 37 del codice deontologico recita: l’avvocato non deve acquisire rapporti di clientela a mezzo di agenzie o procacciatori o con modi non conformi a correttezza e decoro»

Ed è proprio qui che si giocherà la contesa, con Avvocati che hanno accettato di patrocinare le prime cause su incarico dei clienti procurati da Outlet che adesso rischiano l’apertura di procedimenti a proprio carico.

C’è chi auspica pure l’intervento dell’Autorità garante per la concorrenza!

Comunque per chi vuole approfondire e conoscere nel dettaglio…vi consigliamo di leggere l’articolo su Corriere della Sera Brescia.

Non sappiamo quanto questa iniziativa potrà andare avanti ma concorderete con noi che tutto questo ha evidenziato un’esigenza della categoria che essendo sovradimensionata numericamente rispetto al mercato deve trovare e investire in soluzioni e servizi che consentano di “avvicinarsi” e farsi conoscere ai cittadini.

Perchè non investire nel migliorare l’operatività dello studio per tradurlo in maggiore competitività?

Ed ecco che anche accedere alle banche dati pubbliche in tempo reale da un unico ambiente per le indagini informative e patrimoniali su imprese e persone fisiche sull’intero territorio nazionale, può fare la differenza 😉

 

Quali comuni hanno più bisogno di società di recupero?

Rendere più efficiente le entrate per far fronte ai bisogni sociali della comunità che aumentano mentre le risorse diminuiscono: ecco uno dei principali obiettivi che i comuni italiani hanno.

Con l’armonizzazione contabile e quindi la costituzione del fondo crediti dubbi esigibilità, i bilanci dei comuni non brillano certo di efficienza!

Ma quanto sono affidabili questi crediti?

Tutti i crediti, o residui attivi, accertati ma non ancora riscossi, sono rappresentati per la maggio parte da tasse, imposte e multe che i cittadini devono pagare all’ente.

“ La loro corretta gestione è importante per la salute dell’ente”

Ed ecco che su Openbilanci si trova un indicatore apposito che serve proprio per calcolare l’affidabilità dei residui attivi, mettendo in relazione percentuale i residui attivi riscossi nel corso dell’anno rispetto a quelli che erano stati accertati ad inizio anno.

Maggiore è la percentuale e più alta è l’affidabilità.

Fonte: Openpolis

Ed ecco che le società di Recupero Crediti possono usare questa fonte per conoscere quali enti hanno maggior bisogno di loro 😉

Non dimentichiamoci che CONSIP, a fine anno, ha riaperto il bando “Servizi di accertamento e riscossione dei tributi”, per l’abilitazione dei fornitori nella categoria dei “servizi di supporto all’accertamento e alla riscossione in forma diretta per gli enti locali”. Scadenza: 15/07/2017

Il bando legittima pienamente l’attività di recupero crediti stragiudiziale svolta dalle imprese ex art. 115 del Testo unico della pubblica sicurezza (TULPS)

Sicuramente non dobbiamo perdere l’occasione visto che i Comuni, dopo le esperienze, non sempre positive, fatte con società iscritte all’Albo dei gestori dell’accertamento e della riscossione dei tributi locali, sono sempre di più gli enti che preferiscono soluzioni diverse e la strada preferita è quella della confluenza diretta delle somme nella tesoreria del comune.

Sempre più istituzioni quindi vogliono potenziare la fase pre-coattiva e investire in un nuovo rapporto con il contribuente. È qui che le società di recupero potranno veramente contribuire fattivamente!

Partecipando ad alcune giornate studio sul tema è emerso che, i comuni pur avendo a disposizione circa 40 banche dati, in base alla normativa italiana, solo il 20% dei comuni utilizza questi dati!

Il resto dei Comuni non le conosce e soprattutto non ha le competenze giuste per capire come accedervi ed elaborarle anche in modo massivo.

Molti si stanno organizzando in autonomia per incrociare i dati e mettere a frutto ma hanno bisogno di supporto viste le numerose scadenze che hanno.

Interessante l’esperienza del Comune di Livorno che sta lavorando a calcolare e quantificare la solvibilità attesa per la Tari.

Come si vede c’è molto da fare in questo ambito, se vuoi arricchire la tua proposta con soluzioni tecnologiche e competenze su banche dati economiche, contattaci.

Bitcoin per le compravendite di immobili

In Italia ora è disponibile una nuova ed innovativa offerta di pagamento nel settore delle compravendite di immobili,i Bitcoin definita la «la moneta del futuro» può essere usata per comprare casa!

Questa notizia è apparsa sui principali quotidiani, ha viaggiato in rete per alcune settimane e ci ha incuriosito.

Sarà una vera rivoluzione per il mercato immobiliare?

L’annuncio è stato fatto da una società del settore immobiliare, il Gruppo Barletta, per la prima volta in Italia è possibile pagare con la moneta virtuale l’acquisto della casa, ossia i 123 appartamenti di un edificio riqualificato nel quartiere San Lorenzo a Roma.

La proposta è molto interessante perché per incentivare l’iniziativa sono previsti significativi risparmi nelle spese notarili e di agenzia che sono a carico del costruttore, i risparmi che si ipotizzano tra i 15.000 e i 45.000 euro in base alla tipologia di immobile acquistato.

Facciamo un passo indietro, il Bitcoin è una moneta “virtuale”, o meglio “criptovaluta”, utilizzata come “moneta” alternativa a quella tradizionale avente corso legale emessa da una Autorità monetaria.

Questa moneta digitale è stata inventata nel 2008 da uno sconosciuto (noto con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto) e nel tempo ha dimostrato una forte volatilità e quindi sembrava decadere il sogno di un sistema finanziario perfetto.

Oggi il valore di un Bitcoin è di 1.146 dollari e ci sono molti possessori di Bitcoin pronti ad investire questo patrimonio.

L’annuncio non è una bufala o fake ma una realtà resa possibile a seguito della risoluzione dell’Agenzia delle Entrate del settembre scorso, che ha di fatto riconosciuto i Bitcoin come una valuta straniera, rendendo quindi possibile usarla in un atto notarile.

“La circolazione dei Bitcoin, quale mezzo di pagamento si fonda sull’accettazione volontaria da parte degli operatori del mercato che, sulla base della fiducia, la ricevono come corrispettivo nello scambio di beni e servizi, riconoscendone, quindi, il valore di scambio indipendentemente da un obbligo di legge….

…si ritiene che l’attività di intermediazione di valute tradizionali con Bitcoin, svolta in modo
professionale ed abituale, costituisce una attività rilevante oltre agli effetti dell’Iva anche dell’Ires e dell’Irap.”

Agenzia delle Entrate “Interpello ai sensi dell’art. 11, legge 27 luglio 2000, n. 212”

Quindi l’Agenzia delle Entrate la considera una valuta a tutti gli effetti, al pari delle valute straniere tradizionali, una moneta, cioè, alternativa al conio avente corso legale emesso da un’Autorità monetaria.

Prima cosa da fare però è la registrazione su una delle piattaforme che consentono la creazione di un portafoglio elettronico, il quale, a sua volta, genera una sorta di IBAN, necessario per effettuare il deposito e creato il “conto”, sarà possibile effettuare il cambio.

In Italia, non sono molte le strutture che accettano Bitcoin, sono prevalentemente localizzate al centro nord e nei grossi centri urbani, per esempio a Milano ci sono molte palestre, negozi di informatica e anche studi legali. (vedi www.quibitcoin.it)

Brano estratto da Mind Over Money: The Psychology of Money and How to Use It

Chissà se con queste novità il mercato immobiliare ripartirà più facilmente…noi Servicer della Business Information dobbiamo mettere a disposizione informazioni di base e servizi più complessi per soddisfare questo mercato che punta alla “disintermediazione”

Approfondisci: WorkArea @commerce e Bilancio Catastale per Valutazioni immobiliari.

Notai e l’esclusiva degli atti

Nel mese di marzo si è verificato un evento che ha avuto come oggetto la Conservatoria, notai e l’esclusiva degli atti, un evento da molti definito “epocale”, un provvedimento che ha estromesso di fatto la figura del notaio.

Il il Tribunale di Pordenone, in sintesi, ha accolto il ricorso di due legali che hanno chiesto l’autorizzazione alla trascrizione nei registri immobiliari di un passaggio di proprietà nell’ambito di una pratica di negoziazione assistita.
I due coniugi hanno concordato il passaggio di un immobile in una pratica di separazione con l’istituto della negoziazione assistita. Il tribunale ha obbligato il Conservatore a trascrivere il passaggio di proprietà nei registri immobiliari senza coinvolgere un notaio.

“Il notariato attende di conoscere le motivazioni che hanno determinato il Tribunale di Pordenone ad assumere la decisione in oggetto, a fronte di un dettato normativo che chiaramente attribuisce solo ai pubblici ufficiali, e quindi al notaio, la competenza a regolamentare i trasferimenti immobiliari nell’ambito della procedura della negoziazione assistita”

I Notai, comunque conservano l’esclusiva perché anche l’Europa riconosce l’esclusiva ai notai dell’autentica delle firme negli atti di costituzione o di trasferimento di diritti reali immobiliari.

Comunque non dimentichiamoci le grandi novità previste nel Ddl Concorrenza che prevede per la professione notarile una drastica riduzione del numero, circa la metà dell’attuale: un notaio ogni 5mila abitanti!

È già alcuni anni che dibattiamo su questi temi e non è ancora detto l’ultima…intanto noi investiamo per accrescere valore a questi atti nei processi di valutazione e recupero dei crediti attraverso la procedura ADTI Conservatoria che consente di organizzare le ispezioni sull’intero territorio nazionale ed archiviare le informazioni in modo strutturato pronte per essere aggregate in report o in pratiche ed entrare nel sistema informativo aziendale.

Il modulo ADTI si apre alla Conservatoria

PMI e la valutazione del portafoglio crediti

PMI e la valutazione del portafoglio crediti: in un tempo, secondo noi, non molto lontano anche le pmi avranno la necessità di stimare i propri crediti, di valorizzare e prezzare il proprio portafoglio per valutare la cessione ai nuovi intermediari e fondi specializzati.

Il Credit Manager della PMI dovrà a breve valutare nuove soluzioni per soddisfare le esigenze finanziarie della propria azienda e tra le soluzioni vi è sicuramente una diversa gestione del portafoglio crediti.

Seguiteci nell’analisi….

Chi aiuta le nuove aziende, le famose start-up?
Ormai la finanza alternativa è una realtà anche in Italia dove i soggetti che non “possono” rivolgersi alle banche utilizzano Fondi d’investimento, business angel, crowdinvesting, borse del credito.

Scrive Banca d’Italia che nel 2016, su 750,5 miliardi di euro di finanziamenti erogati alle aziende italiane, il 68% è stato di natura bancaria. Un’anomalia (la media europea è al 44% e negli Usa si riduce al 32) che oltre a ingessare la struttura produttiva del Paese finisce per indirizzare i flussi di denaro verso quelle aziende patrimonialmente più strutturate, penalizzando Pmi e startup innovative.

Anche se i numeri raccontano di un fenomeno ancora pionieristico, qualcosa si sta muovendo e lo vediamo dagli incontri e convegni che sono stati organizzati sul territorio, negli ultimi mesi, dalle varie associazioni degli industriali che sempre più parlano di: strumenti alternativi al credito bancario.

Non era mai accaduto prima!

Inoltre non dimentichiamoci del fenomeno europeo della disintermediazione del sistema bancario e in particolare, del successo che stanno avendo le mobile bank. Queste ultime realtà stanno spopolando e hanno un potenziale enorme, basti pensare che in soli 8 minuti sono in grado di aprirti un conto mobile!

Con il fenomeno start-up, stanno crescendo i fondi specializzati in determinati settori i quali riusciranno, sempre più, a essere fonti interessanti di finanziamento perché saranno competitivi grazie alla loro conoscenza approfondita del settore di appartenenza  dell’azienda e quindi riusciranno a valutarla in modo più preciso rispetto alla banca…è finita l’era della banca generalista!

È finito il rischio generico, il sistema spinge verso le specializzazioni!

Questi nuovi attori fintech saranno in grado di prezzare meglio il rischio di settore e riusciranno a conquistare percentuali di mercato e di aziende…e la banca?

La banca generica risulterà meno competitiva.

Questo fenomeno come inciderà anche sulle imprese old o tradizionali?
(le definiamo così solo per differenziarle dalle start-up)

Questi cambiamenti di sicuro avranno degli impatti anche sul resto delle aziende, le quali devono prepararsi e, proprio il Credit Manager della PMI, sarà l’attore principale, colui che deve prepararsi a questo cambiamento. Già da ora si intravedono evoluzioni molto interessanti, non solo per le start-up!

Il Credit Manager dovrà “monitorare” i crediti aziendali, in particolare sarà necessario tracciare l’andamento degli incassi, dei ritardi, in altre parole monitorare il comportamento dei clienti. La necessità di tracciare il rischio del portafoglio nel tempo sarà fondamentale per poter prezzare al meglio il portafoglio e, in un futuro non così remoto, poter presentarsi sul mercato a reperire fonti di finanziamento e quindi valutare le offerte più interessanti.

I Servicer Provider dovranno quindi mettere a disposizione del Credit Manager le informazioni qualitativamente rilevanti per vendere al meglio i propri crediti e per prezzarli al meglio.

Dobbiamo aiutare quindi anche l’azienda a lucidare al meglio l’argenteria per i nuovi intermediari e realizzare una vera e propria Due Diligence.

 

Le inadempienze probabili

Il tema delle inadempienze probabili ossia quei crediti che si trovano a metà strada tra i crediti in bonis e crediti non performing è di estremo interesse non solo per il mondo bancario ma anche per le agenzie di business information e di recupero crediti, vediamone insieme i motivi.

Come è noto, Banca d’Italia, per recepire la normativa europea, ha adottato una nuova classificazione definita inadempienze probabili, i cosiddetti unlikely to pay (Utp). La BCE (Banca Centrale Europea) con le Linee Guida, entrate in vigore dal 20 marzo, pone molta attenzione a questa categoria e invita gli istituti di credito a gestire in modo proattivo le inadempienze probabili.

Il credito quindi non va più solo “recuperato” ma gestito con una strategia di contenimento del rischio attraverso un processo di valutazione e gestione efficiente e con opportuni strumenti di presidio.

Anche se “nel 2015 il tasso di conversione da Utp a sofferenza è stato del 22%, in netto calo dal 35% del 2014 e addirittura dal 49% del 2009.

“Gli unlikely-to-pay non tornano performing da soli, serve una gestione proattiva senza la quale una rilevantissima porzione è destinata a diventare sofferenza”

Fonte: Studio Katia Mariotti associate partner di PwC

 

Questa attenzione è motivata anche dall’entrata in vigore dal 2018 della rivoluzione contabile che coinvolge il mondo bancario, che prevede l’introduzione dei nuovi principi contabili Ifrs 9, in sostituzione degli gli Ias 39, dove si dovrà effettuare una valutazione della rischiosità dei crediti in un’ottica prospettica (forward looking). In sintesi, viene richiesto agli istituti di credito di effettuare accantonamenti basati sulle perdite attese (ai primi segnali di anomalie e problemi finanziari) e non più su quelle effettivamente registrate.

Il rischio quindi, a cui andiamo incontro è che “una quantità di crediti classificati oggi performing rischi di diventare NPL.

Uno studio congiunto Experian-Cerved , anticipato lo scorso luglio da MF – Milano Finanza, calcolava che circa il 16% dei prestiti alle imprese e circa il 6% di quelli ai privati oggi in bonis sono da considerare “underperforming”, secondo la nuova classificazione Ifrs9.

 

 

Da tutte queste novità normative nascono nuove opportunità per il nostro settore della business information che viene chiamato a supportare gli istituti di credito nella gestione di queste posizioni con strumenti che permettano di individuare in anticipo un’eventuale variazione del merito di credito e valutare anche quei crediti buoni a metà che potrebbero tornare buoni.

Sono necessari quindi servizi che consentano la segmentazione dei crediti e soprattutto soluzioni per valutare le potenzialità di ogni singola posizione. Puoi arricchire la tua offerta di servizi alla banche con il nostro Bilancio Catastale!

 

Privacy e il mondo web: novità e incongruenze

Privacy e il mondo web: novità e incongruenze, è un tema molto caldo viste le nuove applicazioni che vengono realizzate per soddisfare gli utenti digitali e che risultano violare la Privacy, così si scatenano una marea di polemiche e danno la spinta alla nascita ad altre iniziative che invece lottano per tutelare l’utente.

Partiamo dalla sentenza del Garante della Privacy in merito al “Trattamento di dati personali per finalità di marketing”

Il Garante della Privacy quindi ha ribadito il divieto all’uso, senza consenso e per finalità di marketing, dei numeri di telefono pubblicati sui siti web, solitamente alla sezione Contatti.

Il fatto che detti numeri siano liberamente accessibili, non ne legittima l’uso per finalità diverse – quali il marketing – da quelle per cui sono pubblicati.

Fonte: http://www.garanteprivacy.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/export/5986406

Questa notizia ci lascia senza parole visto che il mondo non si ferma, mentre i dati reperiti sul web “devono essere verificati”, “controllati” e “non usati” nel resto del mondo nascono e si realizzano applicazioni interessanti.

A giugno è nata la Shazan dei volti denominata FindFace, una app russa che riconosce le persone attraverso una foto quindi permette di scoprire l’identità di una persona in meno di un secondo, a partire da una sua fotografia con un’affidabilità di oltre il 70%, così dichiarano!

Tranquilli, per il momento funziona solo con il “Facebook russo” ma fra quanto verrà esportata così o con modifiche?

Comunque questo è un segnale!

Naturalmente ad annunci di questo tipo seguono nuove proposte per tutelarsi, come la nascita di una spilla che rende invisibili ai Social Network.
L’idea è di un’azienda olandese: un simbolo che viene riconosciuto dal software delle fotocamere e cancella il volto di chi lo indossa, in modo che non venga condiviso senza il suo assenso su Instagram, Facebook e altre piattaforme.

Questo sistema consente quindi di oscurare automaticamente il volto di una persona quando una sua foto viene pubblicata online senza il suo consenso, così per difendere la privacy degli utenti su Internet.

Ricordiamoci che mentre i tassisti sfasciano le città per difendere un mondo che non esiste più, a Dubai VOLANO taxi drone SENZA conducente e allora, se la prenderanno con i droni?

L’innovazione non si ferma 😉

Dobbiamo quindi decidere come muoverci…non cadiamo nel pericolo maggiore!

 

Immobili: le novità sulle valutazioni e sui tassi di recupero

Immobili: le novità sulle valutazioni e sui tassi di recupero
Nel mese di Febbraio sono state moltissime le novità che hanno come oggetto il mercato immobiliare, dalle valutazioni immobiliari ai tassi di recupero dei crediti NPL per gli istituti bancari e finanziari.

Iniziamo dalla notizia più recente che abbiamo letto sui maggiori quotidiani:

più del 90 per cento delle perizie non risultano corrette
con un disallineamento fra il 60 e il 90%

Fonte: Studio di Inarcheck

Sono questi i dati emersi nel convegno del 7 febbraio scorso a Milano, organizzato dal Consiglio Nazionale Geometri dove è stato lanciato l’allarme sulla correttezza di molte perizie immobiliari.

Ed ecco che Il problema degli NPL, Non Performing Loans, in pancia alle banche italiane, rappresentati dal 40 per cento garantiti dal mattone, nasce anche dalle cattive valutazioni del passato sugli asset forniti come garanzia. Ad oggi risulta che le banche italiane hanno un portafoglio di mutui garantiti da 365 miliardi di immobili.

Pensiamo a che impatto questi errori hanno sui bilanci degli istituti di credito.

Un dato allarmante che evidenzia quanta strada vi sia ancora da fare!

Molte associazioni danno la responsabilità allo scarso dialogo tra l’addetto fidi e i tecnici delle valutazioni…ma attenzione prima di giungere ad una conclusione di questo tipo occorre riflettere su altri elementi…seguiteci!

Siamo giunti al resoconto della consultazione delle “Disposizioni di vigilanza per le banche” (Circolare n. 285) e delle “Disposizioni di vigilanza per gli intermediari finanziari” (Circolare n. 288) dove le numerose associazioni e enti hanno partecipato attivamente alle osservazioni e contestazioni. Molte sono state le pressioni fatte dalle diverse associazioni ma i punti focali che sono emersi ve li evidenziamo qui di seguito:

1) In merito agli standard per la valutazione degli immobili ha sancito la responsabilità di banche ed intermediari della scelta degli standard per la valutazione, non prevedendo l’obbligo di dotarsi di standard ma semplicemente di attivarsi con “standard affidabili…”

2) Le banche dati OMI sono prese in considerazione da banche e intermediari ai fini delle
successive verifiche del valore degli immobili (i.e. monitoraggio nel continuo). Resta, in ogni caso, impregiudicata la possibilità anche in capo ai periti di utilizzare tali banche dati come ausilio in sede di valutazione degli immobili. Anche se non sono preclusi l’utilizzo di altri indicatori oltre ai valori contenuti nella banca dati OMI.

Banca d’Italia riconosce la validità della banca dati OMI!!!

Quindi, in estrema sintesi, la banca dati OMI può essere usata per monitorare le variazioni e incidere sul valore, anche se conosciamo i limiti e non togliendo l’importanza della perizia e del sopralluogo. Per una visione completa vi consigliamo di accedere al documento.

A tutte queste novità si aggiunge la nota di Banca d’Italia in merito ai tassi di recupero del sistema bancario italiano con dati provenienti dalla Centrale Rischi.
Tra 2009 e 2015 i tassi di recupero delle banche si sono ridotti dal 60% al 45% sui crediti assistiti da garanzie reali e dal 40% al 30% sugli altri. Non a causa della crisi, ma per l’aumento di posizioni chiuse mediante cessioni sul mercato, che evidenziano tassi di recupero più bassi di quelle chiuse in via ordinaria.
Il tasso di recupero, infine, decresce con l’aumentare dell’anzianità delle posizioni chiuse.


Non sorprende particolarmente che i tassi di recupero dei crediti assistiti da garanzie reali siano più elevati rispetto a quelli di altre posizioni (55% vs. 36%), né che il recupero sia più semplice presso le famiglie che presso le imprese non finanziarie (53% vs. 40%).

Fonte: Documento Banca d’Italia

Arriviamo alle conclusioni!
Sicuramente è importante il dialogo tra chi in banca si occupa dei fidi e i tecnici delle valutazioni ma nella valutazione immobiliare si aprono nuove opportunità anche per noi:  servicer della Business Information che dobbiamo far conoscere agli istituti nuovi servizi immobiliari che li supportino anche nella fase di pre-concessione fido come il Bilancio Catastale.

Infine per gli NPL garantiti da immobili cosa possono fare le banche?

L’importanza delle valutazioni è anche sancita dalle guidelines EBA attualmente in consultazione che si attendono definitive tra qualche mese.
Comunque le banche devono ovviamente attrezzarsi per massimizzare i recuperi e migliorare le performance, ed ecco che noi partner possiamo aiutarli nel definire il migliore mix tra gestione in house e esternalizzazione ed infine cessione al mercato.

 

AIM e il Premio Innovazione Tecnologica 2016

Siamo candidati al premio Innovazione Tecnologica 2016

AIM ha ricevuto la nomination “Eccellenza” di Credit Management & Collection Awards…siamo molto orgogliosi di essere stati scelti per il premio Innovazione Tecnologica!

Credit Management & Collection Awards è una iniziativa di StopSecret Magazine, l’appuntamento annuale che premia aziende, manager e professionisti nei settori delle Informazioni Commerciali, Credit Management, Recupero e Gestione del Credito, Investigazioni Private sul credito.

Venite con noi a festeggiare il 16 Marzo 2017 alla serata di gala presso il l’Excelsior Hotel Gallia, Milano.

AIM = Innovazione Tecnologica
www.aimcreditsolutions.it