PMI e la valutazione del portafoglio crediti
PMI e la valutazione del portafoglio crediti: in un tempo, secondo noi, non molto lontano anche le pmi avranno la necessità di stimare i propri crediti, di valorizzare e prezzare il proprio portafoglio per valutare la cessione ai nuovi intermediari e fondi specializzati.
Il Credit Manager della PMI dovrà a breve valutare nuove soluzioni per soddisfare le esigenze finanziarie della propria azienda e tra le soluzioni vi è sicuramente una diversa gestione del portafoglio crediti.
Seguiteci nell’analisi….
Chi aiuta le nuove aziende, le famose start-up?
Ormai la finanza alternativa è una realtà anche in Italia dove i soggetti che non “possono” rivolgersi alle banche utilizzano Fondi d’investimento, business angel, crowdinvesting, borse del credito.
Scrive Banca d’Italia che nel 2016, su 750,5 miliardi di euro di finanziamenti erogati alle aziende italiane, il 68% è stato di natura bancaria. Un’anomalia (la media europea è al 44% e negli Usa si riduce al 32) che oltre a ingessare la struttura produttiva del Paese finisce per indirizzare i flussi di denaro verso quelle aziende patrimonialmente più strutturate, penalizzando Pmi e startup innovative.
Anche se i numeri raccontano di un fenomeno ancora pionieristico, qualcosa si sta muovendo e lo vediamo dagli incontri e convegni che sono stati organizzati sul territorio, negli ultimi mesi, dalle varie associazioni degli industriali che sempre più parlano di: strumenti alternativi al credito bancario.
Non era mai accaduto prima!
Inoltre non dimentichiamoci del fenomeno europeo della disintermediazione del sistema bancario e in particolare, del successo che stanno avendo le mobile bank. Queste ultime realtà stanno spopolando e hanno un potenziale enorme, basti pensare che in soli 8 minuti sono in grado di aprirti un conto mobile!
Con il fenomeno start-up, stanno crescendo i fondi specializzati in determinati settori i quali riusciranno, sempre più, a essere fonti interessanti di finanziamento perché saranno competitivi grazie alla loro conoscenza approfondita del settore di appartenenza dell’azienda e quindi riusciranno a valutarla in modo più preciso rispetto alla banca…è finita l’era della banca generalista!
È finito il rischio generico, il sistema spinge verso le specializzazioni!
Questi nuovi attori fintech saranno in grado di prezzare meglio il rischio di settore e riusciranno a conquistare percentuali di mercato e di aziende…e la banca?
La banca generica risulterà meno competitiva.
Questo fenomeno come inciderà anche sulle imprese old o tradizionali?
(le definiamo così solo per differenziarle dalle start-up)
Questi cambiamenti di sicuro avranno degli impatti anche sul resto delle aziende, le quali devono prepararsi e, proprio il Credit Manager della PMI, sarà l’attore principale, colui che deve prepararsi a questo cambiamento. Già da ora si intravedono evoluzioni molto interessanti, non solo per le start-up!
Il Credit Manager dovrà “monitorare” i crediti aziendali, in particolare sarà necessario tracciare l’andamento degli incassi, dei ritardi, in altre parole monitorare il comportamento dei clienti. La necessità di tracciare il rischio del portafoglio nel tempo sarà fondamentale per poter prezzare al meglio il portafoglio e, in un futuro non così remoto, poter presentarsi sul mercato a reperire fonti di finanziamento e quindi valutare le offerte più interessanti.
I Servicer Provider dovranno quindi mettere a disposizione del Credit Manager le informazioni qualitativamente rilevanti per vendere al meglio i propri crediti e per prezzarli al meglio.
Dobbiamo aiutare quindi anche l’azienda a lucidare al meglio l’argenteria per i nuovi intermediari e realizzare una vera e propria Due Diligence.